Alle 11,30 precise i primi spari, poi gli scoppi e formidabili botti, alti nel cielo a dar avvio, ad un possesso mirabilmente effimero e di contro d’assoluta padronanza: serpi verdi-oro, cerchi semoventi che andavano allargandosi – rapidi sai – sempre più ampi e verso di te (quasi volessero inglobarti), cascate azzurro e argento, zampilli rosso e viola. Trenta minuti e più di fascinosi distacchi dalla terra, quasi fossi elevato dalla magnificente terrazza, lassù, a condividere gli attimi di completa felicità stellare, certo gioioso per questa iniziazione ma anche malinconico al pensiero che sarebbe stata l’ultima, se conto – come contare debbo – sullo spegnersi dei miei occhi.